Un articolo che ho letto su Ansa.it mette in evidenza come sia eccessivo l’aumento sproporzionato di pesci morti nelle acque interne del nostro paese durante la torrida e calda estate 2012.
L’elevata moria di pesci nelle acque interne sembra sia collegata alle alte temperature registrate durante l’estate 2012. Con il termine “acque interne”ci si riferisce alle acque dolci distribuite sul territorio italiano: fiumi, torrenti, rivoli, ruscelli, laghi (=ecosistemi di acqua a debole corrente e moto ondoso, per differenziarli dagli ecosistemi di acqua corrente e con discreto moto ondoso).
Perchè le alte temperature registrate sono collegate alla moria dei pesci nelle acque interne? Semplice: un aumento marcato della temperatura favorisce lo sviluppo delle alghe, che aumentano in modo eccessivo. Le alghe colonizzano l’intero bacino privando i pesci dell’ossigeno necessario alla loro sopravvivenza in ambiente acquatico.
Il processo di aumento notevole di alghe in un bacino idrico prende il nome di eutrofizzazione (=aumento della concentrazione sia dei nutrienti che algale). Detto ciò, una accortezza puramente personale: le alghe non sono assolutamente piante.
Questo processo di elevata concentrazione algale che favorisce la moria di pesci potrebbe essere controllato, secondo gli esperti, in due modi:
– immissione di acqua fresca;
– ossigenazione per la respirazione dei pesci.
Già, le alte temperature stanno causando tutta una serie di squilibri ambientali: qualche tempo fa ho trovato, ispirato da un altro blog che frequento, il riassunto di uno studio che correlava la diminuzione di esemplari di diverse specie di lepidotteri in Italia, fino ad arrivare in alcuni casi all’estinzione.
Per fare un esempio, la Vanessa delle ortiche: l’ipotesi è che le temperature influiscano sull’azoto disponibile nella pianta-ospite della larva, l’ortica appunto. E il caldo e l’aridità continuano ad aumentare significativamente…