Gli squali sono, assieme ai coccodrilli, la specie che da più tempo è presente sul nostro pianeta, ma, ultimamente, c’è qualcosa che non va nelle popolazioni di squali: stanno subendo un forte declino. C’è da dire che la presenza da tempo di questi animali è dovuta principalmente al loro adattamento elevato all’ambiente, anche quando questo varia profondamente.
Analizzando la situazione attuale, secondo il mio modesto parere, le popolazioni di squali, anche di squalo bianco, sono state decimate nel corso degli ultimi anni da due fattori: la pesca “per errore” e il finning. Quest’ultimo rappresenta il taglio netto delle pinne (in inglese pinna = fin, da ciò nasce il termine finning) che vengono utilizzate per la zuppa di pinne di pescecane, prelibatezza culinaria degli Stati dell’Est (Asia, Giappone, per citarne qualcuno).
Il finning contribuisce al declino degli squali in modo efficace. Non è l’unico fattore che influenza la riduzione in numero di individui: c’è anche la pesca “per errore”, ovvero sempre più spesso i pescatori trovano nelle loro reti individui che sono rimasti incagliati e non sono stati capaci di liberarsi dalla morsa letale della rete stessa.
Voi pensate che il finning sia un fenomeno esclusivamente presente nei Paesi orientali? Vi sbagliate. Mi sbagliavo anche io fino a poco tempo fa quando ho scoperto che il Paese maggiormente esportatore di pinne di squalo è addirittura l’Italia!!! Il fenomeno è così marcato perché non esiste alcun controllo a riguardo.
[…] nel Mediterraneo, stanno andando incontro al declino delle loro popolazioni come conseguenza della pesca indiscriminata e del finning, taglio netto delle pinne di squalo che vengono utilizzate come ingrediente principale nella zuppa […]