L’aumento della temperatura sul nostro pianeta ormai è un dato di fatto: gli esperti e scienziati di tutto il mondo sono convinti che, nei prossimi 50 anni, crescerà di +5,8 C e ciò provocherà una fusione dei ghiacciai continentali con conseguente innalzamento del livello medio del mare, compreso fra 10 e 90 centimetri, nonché un incremento delle perturbazioni meteorologiche violente e centinaia di milioni di profughi ambientali.
Questo fenomeno, alquanto complesso, è causato da diversi fattori, quali l’aumento di concentrazione di anidride carbonica immessa in atmosfera dalle azioni antropiche e una serie di effetti naturali.
A questo proposito è stato fatto un tentativo al fine di limitare l’influenza delle attività umane sul clima: si tratta del Protocollo di Kyoto, sottoscritto nel 1997. La ratifica del trattato non risolverebbe di certo il problema dei gas serra perché è noto che, per poter realizzare qualche vero risultato, occorrerebbero tagli alle emissioni di CO2 del 60%, mentre al momento non si riesce a raggiungere il consenso neppure sul 6%.
La prima ricerca
Il primo sostiene e conferma la teoria della fusione dei ghiacciai. Fin qui ci siamo, ma proviamo a seguire un filo logico. Il ghiaccio è fatto da acqua dolce. La Corrente del Golfo del Messico (una corrente calda) proviene da sud dell’equatore e si dirige verso il Nord Europa e l’Europa Occidentale, contribuendo a mantenere una temperatura mite in Europa settentrionale. Le correnti marine sono originate dalla differenza di salinità tra masse d’acqua. Bene, la fusione dei ghiacciai versa acqua dolce negli oceani riducendo la salinità e, conseguentemente, alterando il meccanismo di formazione della Corrente del Golfo, provocandone un rallentamento: il calore non raggiungerà il nord atlantico. Tutto ciò potrebbe generare una mini glaciazione nel Nord Europa.
La seconda ricerca
Il secondo studio, portato avanti dal meteorologo italiano Roberto Madrigali, fa notare come il clima sulla Terra è determinato da cicli: alternanza di periodi caldi e freddi in successione ciclica della durata di circa 12/13 mila anni ciascuno. Lo scienziato osserva che, attualmente, noi stiamo uscendo dalla fase calda.
La terza ricerca
L’ultimo mette in evidenza un fatto molto discutibile: Laurence Hecht, direttore della rivista 21st Century Science & Tecnology, ha commentato che “tutti gli studenti di scienze del clima sono a conoscenza del fatto che la Terra si trova in un’era glaciale da circa 2-2,5 milioni di anni”.
Per non parlare del Grande Bluff dell’accordo sul clima fatto dal G7: secondo voi, è normale che riducano le emissioni di gas serra solamente 7 Stati al mondo su oltre 200? Secondo me, no.
Riscaldamento globale, il 97% degli scienziati concorda: è colpa dell’uomo – tinyurl.com/c2za46b
— Ecologiae (@ecologiae) 17 maggio 2013
[…] all’inquinamento atmosferico e partecipando all’aumento delle vittime di tumori. Il riscaldamento globale è un evento reale: la temperatura media mondiale sta incrementando […]