Ci siamo sempre vantati della nostra superiorità intellettuale, come specie umana rispetto alle altre, e abbiamo costantemente attribuito la nostra maggiore capacità cognitiva con il volume del nostro cervello. Ma siamo certi che sia così? Questo argomento è stato spesso dibattuto negli ultimi tempi, tanto che sono esistite alcune scuole di pensiero contrapposte anche tra gli studiosi, che sono sfociate anche in dibattiti filosofici.
Per approfondire questo aspetto dal punto di vista scientifico sono state effettuate diverse ricerche, una delle quali ha in effetti confermato che avere un cervello più voluminoso consente una capacità mnemonica maggiore, ma a questi risultati è stata opposta una considerazione importante: avere più memoria non significa avere più
intelligenza.
A tale scopo è stato pubblicato uno studio su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), dal quale si evince che avere grandi capacità cognitive dipende dal rapporto delle dimensioni del cervello, ma in relazione alle dimensioni complessive.
Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno sottoposto, come ha riportato anche la rivista Focus, 140 esemplari appartenenti a 39 specie diverse di mammiferi carnivori a una serie di esercizi di solving problem, impegnandoli nella risoluzione di situazioni per avere un vantaggio diretto (aprire una scatola contenente cibo o raggiungere uno scopo attraverso l’utilizzo di qualche attrezzo).
Dalla ricerca è emerso anche un altro dato sociale importante: gli animali inseriti in branco o qualche sorta di comunità, seppur dimostrando di essere facilitati nel raggiungere maggiori doti cognitive, non hanno ottenuto risultati migliori rispetto agli esemplari solitari nel solving problem, aprendo ulteriori spazi di studio e approfondimento.
Siete curiosi di sapere quali sono state le specie che hanno ottenuto le performance migliori? Primi tra tutti gli orsi, seguiti da procioni e donnole.