Giovani, donne, creativi e introversi ne ricordano di più
Gli scienziati si sono chiesti perché c’è una tendenza a dimenticare i nostri sogni. Si è avviata quindi una ricerca in tal senso che ha portato a far emergere nozioni interessanti.
Durante la fase REM (rapid eyes movement), che è quella in cui principalmente (anche se non esclusivamente) si sogna, le aree di trasferimento e di conservazione della memoria a lungo termine sono parzialmente disattivate.
Occorre dunque cercare di allungare la fase REM che si presenta per pochi minuti, ma può essere protratta se si riesce a dormire di più. Dormendo per circa 8 ore, la fase REM raggiunge i 20 minuti, che sono un traguardo ottimo. Se il sonno, invece, dura solo 6 ore, la fase REM si dimezza a solo circa 10 minuti, e ciò perché i cicli REM si accorciano.
La consulente clinica dell’Università della Columbia Britannica, Leslie Ellis, sostiene che il cervello possa essere allenato a ricordare più sogni. Consiglia a pensare subito a ciò che si stava sognando, nel momento stesso in cui ci si sveglia, ancor prima di muovere il corpo. Ciò contribuirebbe sensibilmente a trasferire il sogno dalla memoria breve a quella a lungo termine.
Della ricerca si è interessata anche Scientific American in un suo articolo.
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