Ne abbiamo già parlato in relazione alla nostra classifica delle scoperte archeologiche top del 2015, ma l’Homo naledi, recentemente aggiunto alle specie della nostra evoluzione, è destinato a far parlare di sé non solo per i reperti che costituiscono un importante gradino della nostra storia, ma anche perché ci parla dei comportamenti e delle abitudini di questo ominide.
Seppur recente, la scoperta di reperti relativi a questa specie assume grande rilevanza per la quantità di fossili trovati nonché per alcune particolarità anatomiche riscontrate. Le falangi dell’Homo naledi sono molto più ricurve rispetto a quelle dell’Australopithecus, pur avendo un cervello simile, mentre gli arti inferiori appaiono simili a quelli dell’Homo sapiens.
Ma le perplessità maggiori sollevate dagli studiosi riguardano alcuni indizi che fanno pensare che i 15 esemplari di Homo

naledi ritrovati siano stati sepolti intenzionalmente e, probabilmente, in conseguenza a morte violenta o sacrificale. Questa interpretazione è quanto si ritiene più probabile analizzando le condizioni dei reperti e la loro posizione, nonché lo stato dell’ambiente circostante il luogo della sepoltura. Un ultimo indizio è rappresentato dal fatto che pare che gli esemplari siano stati sepolti in tempi diversi.
La camera entro la quale sono stati trovati i resti della maggior parte dei fossili è priva di ogni sbocco e pare ormai quasi certo che fu scavata in una zona molto difficilmente accessibile. La teoria ha quindi riportato d’attualità una delle ricostruzioni più suggestive legate alle specie umane che ci hanno preceduto, ovvero i rituali sacrificali e i combattimenti che avvenivano alla loro epoca.
Pare logico pensare, infatti, che qualsiasi sia stato il periodo di esistenza di Homo naledi, che tra l’altro non è stato ancora determinato, in ogni caso esso fosse dedito a una sorta di rispetto dei morti, anche se non di un vero e proprio culto. Da notare che l’età dei corpi sotterrati variava in modo abbastanza eterogeneo, spaziando da pochi mesi fino all’età adulta, a conferma delle ipotesi relative alle morti violente.