Il morbillo cosa sapere
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È una patologia molto nota e anche diffusa che si manifesta attraverso eruzioni cutanee. Recentemente si èIl morbillo, macchie cutanee nuovamente diffuso anche in Italia colpendo alcune regioni. Abbiamo ripreso una ricerca apparsa sulla pagina scientifica di Fanpage.it per approfondire l’argomento e vedere insieme come si cura.

Innanzitutto è utile sapere che si tratta di una tra le malattie più contagiose in assoluto. Viene causata da un virus del genere Morbillivirus, della famiglia dei Paramyxovirus, che va a insidiarsi nei nostri organi e tessuti. Di positivo c’è che una volta contratta e guariti se ne rimane immuni per tutto il resto della vita.

Si può trasmettere semplicemente per via aerea e, quindi, tossendo attraverso gli starnuti, ma anche solo parlando con persone infette. Il morbillo si trasmette fino a 4 giorni dopo l’apparizione delle macchie cutanee. Il periodo di incubazione può variare tra i 7 e i 18 giorni.

I sintomi

I sintomi che si manifestano nei primi 4 o 5 giorni sono febbre, tosse secca, raffreddore, congiuntivite. Successivamente appaiono le macchie sulla pelle, che sono di tipo papuloso. Appaiono prevalentemente  sul collo e sulla testa, ma anche su tutto il resto del corpo. In certi casi si registra un ulteriore aumento della temperatura. Le macchie restano evidenti per 5 o 6 giorni, dopodiché iniziano a scomparire.

Terapia e prevenzione

Non esiste una terapia particolare: occorre rimanere a riposo e assumere molti liquidi e pasti leggeri. Il morbillo si diagnostica clinicamente attraverso le analisi del sangue.

La prevenzione è affidata unicamente ai vaccini. Vengono somministrati in due fasi. Il primo vaccino viene inoculato tra i 13 e i 15 mesi di età. Il secondo tra i 5 e i 6 anni. Gli adulti non vaccinati che volessero farlo si devono sottoporre alle due fasi a distanza di due settimane l’una dall’altra.

I casi

In casi gravi il morbillo può creare anche problemi seri. Si possono verificare otiti, polmoniti, broncopolmoniti, diarrea, laringiti e laringotracheiti. La peggiore conseguenza, che si presenta in 1 caso su 1.000, è l’encefalite/encefalomielite, un’infezione del cervello e del midollo spinale, mortale nel 20-40% dei casi.

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Di aletave

Dottore in Scienze Naturali, copywriter e blogger.

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