L’impronta ecologica è l’area, esterna alla città, degli ecosistemi produttivi (terre coltivate, corpi d’acqua,…) necessari per mantenere la vita nella città: l’area dell’impronta ecologica dipende dalle richieste della città e dalla capacità dell’ambiente circostante di soddisfare queste richieste.
L’impronta ecologica è data dalla somma di sei componenti differenti:
– superficie di terra coltivata per produrre le risorse naturali
– area di pascolo necessaria per l’allevamento animale
– superficie di foresta necessaria per produrre legname
– superficie marina necessaria per produrre elementi di origine marina
– superficie di terra necessaria per ospitare infrastrutture edilizie
– superficie di terra utilizzata in funzione dei consumi energetici nelle diverse forme
Si stima che l’impronta ecologica di un cittadino degli Stati Uniti sia pari a 5.1 ettari, quella di un cittadino del Canada a 4.3 ettari e quella di un cittadino dell’India a 0.4 ettari.
Inoltre, gli Stati Uniti, con il 4.7% della popolazione umana mondiale, consumano il 25% delle risorse energetiche mondiali.
La cibernetica degli ecosistemi si occupa del sistema di controllo dell’ecosistema. Esistono due principali sistemi di controllo:
– omeostasi = tendenza di un sistema a resistere ai cambiamenti e a mantenere se stesso in una fase di equilibrio stabile
– omeoresi = tendenza di un sistema a mantenere se stesso in una fase di equilibrio oscillante; ciò è generato dall’interazione dei cicli della materia e dei flussi di energia insieme ai feedback dei piccoli sistemi
Un sistema è fatto da “fili invisibili della natura”, cioè legami di energia e di informazioni chimiche molto deboli ma numerosi.