Uno studio nega che il consumo di marijuana danneggi le capacità intellettive a lungo termine, riducendo memoria, concentrazione, intelligenza, specialmente nella fase critica di sviluppo del cervello dei ragazzi. La notizia è riportata su Focus.
Si tratta quindi di un’assoluzione delle canne? Non è ancora possibile rispondere. Lo studio in questione, condotto da un gruppo di scienziati provenienti da varie università americane, si è svolto sui gemelli, con lo scopo di isolare eventuali differenze di sviluppo cognitivo a parità di condizioni ambientali e fattori genetici.
Sono stati esaminati circa 3000 gemelli tra i 9 e gli 11 anni, e nel corso di 10 anni i ragazzi sono stati sottoposti a test di intelligenza e ad interviste confidenziali mirate ad individuare ragazzi che facessero uso di marijuana, altre droghe, farmaci, alcol.
Alla fine del periodo, però, non solo i ragazzi che facevano uso di cannabis hanno perso fino a quattro punti di quoziente intellettivo, ma anche quelli che avevano dichiarato di non fumare. Da qui l’assoluzione della marijuana. Ma cosa provoca allora i danni al cervello?
Per ora questo studio si scontra con altri che evidenziano i rischi derivanti dal fumo di cannabis, sia per i risultati sia per alcune debolezze metodologiche. Nonostante il confronto sui gemelli e la durata dell’osservazione siano potenti strumenti, tuttavia non è stata fatta distinzione tra i consumatori casuali e quelli abituali, quindi anche un soggetto che ha fumato una sola canna può essere stato considerato un utilizzatore ed aver alterato i risultati.
Pertanto non possiamo ancora assolvere le canne e il dubbio resta. Fino al prossimo studio…