Aperta la discussione tra gli scienziati: 13 o 27 miliardi di anni?
Il rilevamento del telescopio spaziale James Webb non è stato banale, e rischia di mettere in discussione alcune convinzioni che la Scienza iniziava a considerare quasi certe.
Tra le varie troviamo anche l’età dell’universo, che fino a ieri si ipotizzava essere attorno ai 13,8 miliardi di anni.
Il telescopio James Webb, che orbita a 1,5 milioni di km. dal nostro pianeta, fornisce immagini sfruttando la luce infrarossa. I risultati che il Webb riferisce sono inoltre importanti perché in grado di determinare gli spostamenti del corpo celeste osservato attraverso lo spostamento verso il rosso o verso il blu dello spettro, nel caso in cui un corpo si allontani o si avvicini.
La sorpresa è stata quella di constatare che quelli che sembravano semplici puntini di luce, sono in effetti oggetti che hanno una forma e una struttura. Sono in realtà galassie molto grandi e antiche.
Questa scoperta ha ovviamente innescato una serie di reazioni tra il preoccupato e l’allarmistico, arrivando in alcuni casi e da parte di alcuni, ad annunciare che sarebbe smentita la teoria del Big-Bang, rilevando che le galassie in questione sarebbero troppo sviluppate e incompatibili con la teoria.
La Royal Astronomical Society ha però calmato abbastanza le acque facendo notare che il problema non risiede nella struttura, avanzando l’ipotesi che l’universo possa essere più vecchio di quanto abbiamo pensato finora. L’età sarebbe dunque di 27,4 miliardi di anni.
Le teorie conseguenti
A questo punto sono partite diverse interpretazioni e abbozzi di teorie. Il punto focale che emerge è il comportamento della tired-light (luce stanca), ovvero la teoria che sostiene che la luce perda energia alla distanza e spontaneamente. Lo spostamento verso il rosso dello spettro sarebbe dunque dovuto all’arrossamento della luce stessa e non all’espansione cosmica.
Sorge però un dilemma importante. Noi abbiamo finora constatato con osservazioni geologiche e astronomiche che le costanti fisiche non sono cambiate almeno per gli ultimi miliardi di anni. Questa teoria per essere ritenuta credibile, deve invece prendere atto che esse sono mutevoli. Se così fosse, perciò, le distanze ci sembrerebbero maggiori di quelle che ci pare di verificare.
A seconda di come consideriamo la variazione delle costanti fisiche possiamo dare un età all’universo.
Il dibattito resta aperto 13 o 27 miliardi di anni?