La nausea, specialmente durante i viaggi in automobile, è uno dei disturbi più comuni in assoluto. Tutti noi abbiamo avuto in questo senso esperienze dirette o indirette, personalmente o attraverso la sofferenza di figli o parenti.
Quasi nessuno però se ne chiede i motivi. Abbiamo cercato le ragioni di questo malessere e le abbiamo trovate in ambito scientifico, accorgendoci anche di un articolo di Focus al quale faremo riferimento.
Intanto va anticipato che il “mal di viaggio” ha un nome: chinetosi. Ebbene sulle origini di questa lieve patologia la scienza si è interrogata e si dà alcune risposte. La più probabile pare sia una reazione del nostro cervello, il quale sottoposto a comportamenti motori e visivi non assimilati nel passato della specie umana, “pensa” di essere stato avvelenato.
Se ci pensiamo bene infatti, la nausea e le sensazioni che proviamo ad esempio “soffrendo la

macchina” sono molto simili proprio a quelle dell’avvelenamento. Il sistema vestibolare, infatti capta le variazioni in atto in termini di velocità e di movimento, ma il cervello non rileva la pressione e le condizioni fisiche che si verificano quando il nostro corpo si muove. A scombussolare tutto interviene poi la percezione visiva contraddittoria, con molte cose vicine a noi che sono ferme, e il paesaggio che scorre velocemente oltre un finestrino.
Queste percezioni contraddittorie invitano il cervello a pensare di essere stato ingannato e probabilmente attraverso metodi tossici, perché proprio in questo modo la parte primitiva del nostro cervello percepisce le informazioni che gli arrivano. E cosa facciamo in quei casi? Semplice, vomitiamo. Ed è quello che facciamo quando diciamo di soffrire in viaggio!
È evidente che si tratta quindi di un condizionamento psicologico in minima parte, ma soprattutto correlato ad una reazione fisica provocata dagli input esterni.