È possibile prevedere un terremoto?
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Il 6 Aprile del 2009 un terremoto un terremoto di intensità 5,9 della scala Richter colpisce l’Aquila. Si contano oltre 300 vittime.

Una  domanda sorge spontanea: si poteva evitare un disastro di una simile portata?

Innanzitutto bisogna capire che un terremoto è causato da movimenti che avvengono all’interno della crosta terrestre. Esso si genera quando la tensione, dovuta al movimento, supera la capacità portante della roccia. Questa condizione si verifica quasi sempre ai confini delle placche tettoniche. L’Italia è a forte rischio in quanto situata proprio nella zona di scontro tra la placca africana e quella euroasiatica (le Alpi si sono formate proprio da uno scontro tra queste due grandi placche).

Allo stato attuale delle conoscenze non è possibile prevedere un terremoto poiché sarebbero troppe le variabili da dover considerare. Risulta impossibile sapere in anticipo dove, quando e con che intensità si presenterà un terremoto. Proprio per questo motivo vengono eseguiti studi probabilistici in varie parti del globo. Tramite studi di questo tipo si può comunque “prevedere” quella che può essere la frequenza sismica e l’intensità massima che può raggiungere un terremoto in una determinata area.

Ovviamente studi di questo tipo sono stati eseguiti anche in Italia. I risultati? L’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha registrato sul territorio nazionale circa 35.000 terremoti dal 1975. Questo significa che in Italia vengono registrati quasi 3 eventi sismici al giorno!

Risulta evidente che l’Italia è una delle regioni geografiche a più alto rischio sismico. Il terremoto dell’Aquila, così come quello in Irpinia del 1980, sono solo gli esempi più recenti di quello che ci si dovrebbe aspettare nel nostro territorio.

Potendo prevedere quelli che possono essere gli effetti di un terremoto nella regione in esame, è possibile mettere in atto misure di prevenzione. In questo modo si può riuscire a modificare, o addirittura annullare, gli effetti di un simile evento. Ma per fare questo non è sufficiente lanciare continui allarmi su quelle che sono le regioni a rischio più elevato.

Sarebbero necessari, innanzitutto, studi specifici con lo scopo di effettuare una classificazione sismica dettagliata. In questo modo si possono individuare quelle che sono le zone a più elevato rischio. Proprio da queste zone dovrebbe partire opere di risanamento e adeguamento antisismico. Bisognerebbe, inoltre, istituire campagne di sensibilizzazione e informazione di massa e investire più risorse nella ricerca di materiali antisismici e tecnologie in grado di assicurare una maggiore sicurezza alle costruzioni edili.

Inutile dire che in Italia politiche di questo genere non vengono prese molto in considerazione. Bisognerebbe però confrontarci con paesi molto più “civilizzati”. Giusto per fare un esempio: in Giappone si conoscono quelli che sono i pericoli del costruire in zone a alto rischio e i costruttori vengono obbligati a seguire quelle che sono le leggi di costruzione in zone sismiche. Proprio per questo motivo, in paesi che attuano tali politiche, terremoti come quelli del 2009 o del 1980 non avrebbero procurato alcun danno.

 

Andrea Dramisino

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Di aletave

Dottore in Scienze Naturali, copywriter e blogger. Fondatore di questo blog.

2 pensiero su “È possibile prevedere un terremoto?”
  1. Ciao Andrea 🙂

    Purtroppo in Italia si parla di queste cose solo i giorni successivi ai terremoti, poi tutti dimenticano…fino al prossimo terremoto.

    Che tristezza.

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