La forfora è un inestetismo che colpisce a partire dall’adolescenza quasi una persona su due, con maggiore incidenza nel sesso maschile. Tutto parte da un’alterazione nel ricambio cellulare del cuoio capelluto, le cellule crescono più velocemente, salendo rapidamente agli strati alti dell’epidermide: cosi facendo non hanno tempo di maturare e desquamano, e parleremo di forfora secca se le desquamazioni cadono sulle spalle, a causa di mancanza di sebo; parleremo di forfora grassa quando invece le desquamazioni in presenza di un eccesso di sebo si stratificano, formando delle crosticine giallastre.
Sulla formazione della forfora ci sono diverse scuole di pensiero, come spiega il professor Franco Buttafarro, specialista in Chirurgia Plastica e Dermatologia, che esclude tra l’altro responsabilità del fegato. Come riportato da La Stampa, per molto tempo si è pensato al fungo Pityrosporum ovale quale agente scatenante della forfora, poiché ritenuto in grado di accelerare il turnover cellulare, tuttavia questo fungo si trova anche su cuoi capelluti liberi da forfora. Gli ultimi studi ci indirizzano ad imputare la comparsa della forfora ad una massiccia presenza di stafilococchi che scalzerebbero i Propionibacterium, specie batterica prevalente in soggetti senza forfora.
Quali sono i possibili trattamenti? Si passa dagli antimicotici ai cortisonici, che diminuiscono l’infiammazione, ai cosmetici sebo normalizzanti, tutti trattamenti efficaci però solo per brevi periodi. Tutti questi trattamenti andrebbero revisionati, pensando a trattamenti in grado di portare equilibrio tra le specie batteriche residenti.