I fossili come chiave del sapere
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Uno degli strumenti che geologi e scienziati in genere utilizzano per studiare il passato della nostra specie e del nostro pianeta è lo studio dei fossili. Tutti noi siamo affascinati dinnanzi a questi reperti che provengono dalla notte dei tempi. Interroghiamoci però su cosa in realtà essi siano e come si formano, anche per formare la nostra opinione dinnanzi a eventuali speculazioni scientifiche sul tipo di quanto è accaduto per l’estrazione del DNA da un reperto nella saga di “Jurassic Park”.

Come si formano i fossili? Perché non tutti i resti animali o le loro tracce si fossilizzano? Occorre sapere affinché si formi un fossile è necessario un seppellimento rapido al quale deve seguire la perdita da parte della traccia o dell’animale di alcuni minerali e la contemporanea acquisizione di altri, in un procedimento naturale che in pratica è un’alterazione chimica subita dal reperto.

I fossili come chiave del sapere
Esempio di fossile del legno rinvenuto nella foresta della Patagonia. Si distinguono corposità e struttura del legno, e persino gli anelli.

Possono fossilizzarsi sia vegetali che animali con le loro tracce sul sedimento e le loro impronte. Una volta ritrovati i fossili sono una documentazione visiva e concreta della presenza di una determinata specie in uno specifico periodo, in quanto le analisi, assolutramente non distruttive che possono essere effettuate su esso trasmettono dati certi e inequivocabili non solo sulla specie di fossile rinvenuta ma anche sull’intero periodo contemporaneo ad essa.

E non bisogna credere che il processo di fossilizzazione sia un evento facile da verificarsi. Sono necessarie infatti una serie di circostanze molto favorevoli, quasi delle coincidenze scientifiche. La maggior parte delle specie che si sono estinte nel corso dei millenni non hanno infatti alcuna traccia fossile, per cui è una festa per gli scienziati il ritrovamento di ogni singolo reperto. A tutto ciò va aggiunto che la maggior parte dei fossili rinvenuti sono rappresentati dalle parti dure dell’animale, coincidente per lo più degli scheletri.

 

Non a caso i fossili, ovviamente a partire da quelli più rari o particolari, sono quasi sempre una delle parti più importanti dei musei naturalistici e anche in quasi tutti quelli storici relativi all’era antica. Troviamo fossili di specie sia viventi nell’antichità sia in terra che in cielo o in mare, tra i quali alcuni stupiscono per le dimensioni e la conservazione. Molto suggestivo, in Italia, è il Museo dei fossili del Monte San Giorgio, patrimonio mondiale dell’Unesco.

Quella della conservazione è la fase più delicata dopo quella del processo di fossilizzazione, ed è altrettanto importante al fine di tramandare il reperto ai posteri. È assolutamente necessario che tutti i procedimenti organici vengano definitivamente interrotti, per cui il fossile dovrebbe essere sempre conservato sigillato all’interno di un contenitore nel quale non siano presenti né acqua e né aria, specialmente dinnanzi all’evento eccezionale di fossilizzazione di parti molli.

Quando la prossima volta osserveremo un fossile, quindi, non limitiamoci a giudicarlo solo sotto l’aspetto estetico, ma ragioniamo in funzione di quanto esso ci può trasmettere circa la sua vita trascorsa sulla nostra Terra.

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Di aletave

Dottore in Scienze Naturali, copywriter e blogger presso Search On Media Group. Fondatore di questo blog.

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