Facciamo riferimento ad un articolo apparso sulla rivista Focus e mettiamo alla prova il vostro stomaco, rivelandovi alcuni aspetti disgustosi ma assolutamente naturali relativi al nostro corpo. Odori, materie e risvolti a cui non sempre pensiamo, ma con le quali abbiamo dimestichezza tutti i giorni.
Prendiamo ad esempio il cerume. È certamente segno di scarsa igiene perché rivela l’accumulo di residuo di peli, pelle morta e altro, ma diviene quella sostanza appiccicosa e maleodorante che conosciamo solo se si tralascia di asportarlo per qualche giorno.
Abbiamo già parlato delle flatulenze in un nostro precedente articolo, ma non tutti sanno che esse hanno preoccupato seriamente gli scienziati nel 1969, quando si studiavano permanenze prolungate nello spazio: i gas che le compongono sono infiammabili, e stranamente quando si è in volo si formano con maggiore facilità.
E che dire dell’ombelico? Non ditemi che non avete mai notato quell’accumulo lanoso che qualche volta vi troviamo! Ebbene
chi è più peloso cattura molti più residui di tessuti di vestito rispetto ad altri.
E ora pronti con lo stomaco… Parliamo di caccole. L’abitudine di estrarle dalle cavità nasali riguarda il 96,5% della popolazione mondiale, ma c’è chi ne abusa, compiendo circa 20 interventi al giorno.
Svegliandoci al mattino qual è la prima cosa che facciamo? Colazione? Sbagliato: asportiamo la “cispa” dagli occhi. Durante la notte si accentua la secrezione lacrimale a causa del rilassamento dei muscoli, e il Meibomio, la ghiandola che secerne il grasso per il film lacrimale, diviene più ricco di lipidi. Scendendo la temperatura corporea durante il sonno, questo grasso si solidifica e si accumula negli occhi.
E per terminare in crescendo vediamo un po’ più da vicino il fenomeno della… Puzza di piedi! E qui avremo modo di avere una risposta che ci farà sorridere, circa l’attinenza del tipico odore di piedi col formaggio. A determinare la puzza sono infatti i Brevibacterium, ovvero batteri che si nutrono delle cellule di pelle morta e dello sporco annidato tra le dita, producendo il metantiolo.