Il petrolio è una specie in via di estinzione. I popoli moderni se lo contendono. Facendosi guerra. Una guerra inutile. Come è successo in Iraq, al tempo di Saddam Hussein e come sta succedendo in questi giorni in Libia con il colonnello Gheddafi. Chi possiede i giacimenti controlla gran parte del mondo, è così.
La formazione del petrolio è un evento raro sulla Terra e occorrono milioni di anni per il suo sviluppo. Esistono, inoltre, tre fasi principali:
– presenza di un ambiente di margine costiero, in modo tale da seppellire in fretta la materia organica evitandone la decomposizione;
– successivo accumulo della materia organica che, nel corso del tempo, si trasforma nel precursore del petrolio, il sapropel;
– aumento notevole di pressione e temperatura che porta alla trasformazione del sapropel in petrolio greggio.
Il picco di produzione petrolifera lo abbiamo già superato e, secondo gli esperti, tra circa una cinquantina d’anni le riserve di petrolio saranno arrivate già al limite. Ciò ha portato tanti Paesi, soprattutto quelli arabi, ad una esagerazione delle riserve naturali di petrolio. Queste sono in evidente declino ed è molto improbabile che si possano scoprire nuovi giacimenti.
Tutto ciò porta disgrazie perché le nazioni vogliono appropriarsi di questa risorsa naturale presente in modo limitato. Le disgrazie rappresentano le guerre incessanti tra popoli ignoranti che non capiscono l’esistenza di altre risorse da sfruttare: le rinnovabili.
[…] petrolio è molto importante per l’economia mondiale, ma lo è ancor di più per il suo utilizzo nella […]