Sulla rivista scientifica “Le Scienze” di aprile 2011, ho letto un articolo molto interessante riguardante la previsione dei terremoti, già da me accennata. Prima di ritrattare l’argomento, vorrei solamente precisare che le soluzioni per prevedere un sisma non sono ancora sicure, anzi restano molto improbabili. Anche se la scienza sta facendo passi da gigante.Il sistema di previsione sismico trattato nella rivista viene definito early warning (EW): consente di interrompere, alcune decine di secondi prima dell’arrivo del sisma, alcune attività quotidiane. L’allarme viene lanciato quando il terremoto è già iniziato: è possibile interrompere gli interventi chirurgici negli ospedali, rallentare i treni per evitare che deraglino su tratti di rotaia danneggiati, allertare gli aerei in modo da posticiparne le fasi di decollo o di atterraggio, interrompere la distribuzione del gas urbano per evitare eventuali incendi post-sisma, mettere in sicurezza il personale, per esempio, di una fabbrica.
Questo sistema di prevenzione si basa sullo studio dei due tipi di onde sismiche: le onde P (primarie, sono le più veloci) e le onde S (secondarie, più lente delle P, ma più distruttive in quanto hanno un contenuto energetico maggiore).
Il problema di questo sistema di previsione sismico (EW) è che ogni struttura da proteggere richiede una rete sismica dedicata. Ma, un’alternativa sarebbe installare la rete sismica nelle zone a più elevato rischio sismico piuttosto che in prossimità di una struttura qualsiasi.
L’EW è una scoperta italiana.