Tre casi apparsi a Parma hanno riportato d’attualità la scabbia in Italia. Colpisce nel mondo milioni di persone e se ne è occupata la rivista online Fanpage.it all’interno della sua pagina scientifica. Vediamo insieme qualcosa di più circa questa fastidiosa e insidiosa malattia.
Cos’è la scabbia e come si trasmette

Si tratta di una malattia provocata dal Sarcoptes scabiei, un acaro che riesce a sopravvivere fino a due mesi se è a contatto con l’uomo o con un altro animale a sangue caldo. Diversamente muore nel giro di tre giorni. Le sue larve possono essere debellate dal calore a 50°. Il Sarcoptes scabei si insinua sotto la cute e provoca fastidiosi arrossamenti.
La trasmissione di questo acaro è molto semplice. È sufficiente, infatti, restare a contatto con una persona infettata per contrarre la scabbia. Ne deriva che luoghi di facile trasmissione siano scuole, asili e posti di lavoro. Insomma, tutti i luoghi di aggregazione.
Ma questo acaro è subdolo e può trasferirsi anche in via indiretta, attraverso le lenzuola o altri luoghi in cui si annida.
Come ci accorgiamo di averla contratta
Il primo sintomo è sicuramente il prurito. Avvertiamo un fastidio molto intenso soprattutto la notte. Appaiono sulla pelle alcuni cunicoli che sembrano tipici delle comuni irritazioni. La concentrazione di queste manifestazioni avviene soprattutto sui glutei, i genitali, ascelle, fianchi, gomiti e ombelico.
Nei bambini si può presentare sotto forma di piccolissime vesciche concentrate su volto, testa, cuoio capelluto collo e piedi. Se si avvertono questi sintomi occorre interpellare immediatamente il medico affinché osservi il fenomeno. Non è infrequente che si debba richiedere l’analisi al microscopio del tessuto cutaneo.
Come si previene e si cura
La terapia utilizzata contro la scabbia prevede l’uccisione degli acari. Viene solitamente prescritta una crema a base di permetrina (sostanza antiparassitaria) al 5%. ATTENZIONE: in nessun caso questa sostanza va utilizzata senza il controllo del medico. In caso di scabbia l’autodiagnosi e l’autocura potrebbero provocare più danni del rimedio.
Se sappiamo che qualcuno a noi vicino è infettato, preoccupiamoci di lavare bene lenzuola, biancheria, materassi e locali a temperature di oltre 60°.