La scienza e l’informazione sono nate per fare il bene dell’uomo e migliorare le sue condizioni di vita. Spesso però l’abuso di notizie non verificate, e peggio ancora se false, producono l’effetto contrario. Noi vogliamo contribuire a sfatare certe falsità. Eccovi quindi una classifica di 5 miti da sfatare.
5° posto:
Il tumore è ereditario.
Nulla di più errato. Solo nella percentuale che va dal 5 all’8% dei casi si riscontra un’ereditarietà. Il fatto che venga definita una malattia genetica non significa che esista un’automatismo. È notorio infatti che i geni possono mutare anche in età adulta.
4° posto:
Il nostro cervello è il più grande.
Possiamo tranquillamente abbandonare questa presunzione di superiorità. La qualità del cervello non è in relazione alla sua grandezza. Per quanto ci riguarda abbiamo lo stesso rapporto cervello-corpo che topi e delfini, mentre con alcune specie di uccelli ne usciamo addirittura perdenti.
3° posto:
Micro-onde e onde elettromagnetiche causano il tumore.
È assolutamente escluso per quanto riguarda le micro-onde (ad esempio quelle dei forni), mentre il discorso è controverso per le onde dei cellulari, anche se recentemente alcuni studi effettuati in Finlandia, Danimarca e USA hanno pressoché escluso qualsiasi effetto in relazione al cancro, e ciò dopo un indagine su 400.000 persone. Pare che le onde elettromagnetiche non danneggerebbero il DNA e non introdurrebbero ionizzazioni. La questione riguardante l’uso dei cellulari sarebbe però ancora aperta anche relativamente ad altri danni.
2° posto:
Ci estingueremo perché siamo in troppi.
Questa è una bufala mega-galattica! Sebbene siamo ormai in più di 7 miliardi, la FAO ha dimostrato da anni che il nostro rischio non è quello di restare senza risorse. Una maggiore razionalizzazione è possibile e diventerà presto una necessità inderogabile.
1° posto:
Sfruttiamo solo il 10% del cervello.
Questa è una delle idee maggiormente diffuse e più accreditate. In realtà si tratta di un falso. Lo possiamo vedere anche empiricamente notando purtroppo le conseguenze di ogni minimo disagio neurologico o in caso di ictus. Questa convinzione fu introdotta dall’errata interpretazione di una frase dello psicologo William James, il quale nel 1936 si riferiva invece ad una ipotetica e vaga “energia mentale latente”. A nulla sono valse le smentite da parte di tutta la comunità scientifica nel corso degli ultimi 80 anni.