Effetto «butterfly»: da ecologia a diffusione di patologie dovute a 27 virus
Gli alberi da masticare preferiti dagli scimpazé hanno subito in Uganda una decimazione dovuta all’ottimizzazione della produzione di tabacco. Nel periodo intercorso tra il 2017 e il 2019 sono stati osservati 839 casi di consumo di guano di pipistrello da parte di scimpanzé, colobi bianchi e neri e di duiker (un’antilope della foresta).
L’articolo relativo a questa notizia è apparso su ScientificAmerican.com.
Questa preferenza per il guano di pipistrello è dovuto al contenuto di sodio, potassio, magnesio e fosforo che gli scimpanzé avrebbero tratto dagli alberi che sono stati abbattuti.
Il problema è costituito dal fatto che è stata riscontrata la presenza nel guano di ben 27 virus unici, tra cui un nuovo coronavirus. Il rischio di nuove malattie indotte da animali (chiamate zoonotiche) che sia aggiungano a quelle che già costituiscono i 3/4 delle nuove patologie infettive è dunque alto.
C’è da aggiungere che questi casi di trasmissione da animale a uomo si moltiplicano statisticamente quando viene invaso un ecosistema e si interrompono le relazioni naturali tra le specie.
L’autore senior dello studio, l’epidemiologo della fauna selvatica presso l’Università del Wisconsin-Madison, Tony Goldberg, ha dichiarato: «Eventi di vasta portata come la domanda di tabacco possono avere conseguenze pazzesche e indesiderate per l’emergenza di malattie che seguono percorsi che raramente vediamo e che non possiamo prevedere».
Foto da Wikipedia