Ne sono stati affetti e lo sono tuttora alcuni tra i personaggi più noti del mondo dello sport, dello spettacolo e anche della cultura, ed è una malattia che fa paura perché al momento non se ne conoscono rimedi certi. Stiamo parlando della SLA, acronimo di Sclerosi Laterale Amiotrofica, che provoca rigidità e contrazione e, successivamente, la diminuzione della massa muscolare, andando ad interessare direttamente le funzioni espressive, la deglutizione e la respirazione.
Questa malattia viene anche definita ed è conosciuta come “Morbo di Lou Gehrig” dal nome di un campione di baseball statunitense che ne fu colpito negli anni ’20. Si tratta in pratica di un male neurovegetativo che assale le cellule nervose e colpisce i muscoli in maniera tale che per il momento è ritenuta irreversibile.
Per la grande maggioranza dei casi (dal 90% al 95%) non se ne conoscono le cause, mentre per la percentuale restante risulta ereditaria. Si manifesta solitamente attorno ai 60 anni e lascia un’aspettativa di vita che mediamente varia dai 3 ai 4 anni. In caso di ereditarietà, la manifestazione è più precoce e la malattia si conclama attorno ai 50 anni.
Di fronte ad una malattia di tale gravità assume una grande importanza la conoscenza dei primi sintomi. Spesso la SLA colpisce una gamba, mostrando una difficoltà motoria nei primi tempi impercettibile, ma che causa spesso un inciampare frequente. In altri casi, si avverte una difficoltà alle mani anche nello svolgere semplici gesti, come allacciare i bottoni o girare la chiave nella serratura. Altri ancora avvertono difficoltà a parlare.
Queste manifestazioni dipendono dal decadimento dei motoneuroni, ovvero di quei neuroni che regolano il funzionamento dei muscoli. Con il graduale e inevitabile peggioramento si arriva ad una rigidità muscolare praticamente completa, fino al blocco respiratorio.
Personaggi noti che ne sono stati colpiti rispondono ai nomi di famosi calciatori: Luca Signorini e Stefano Borgonovo. Attualmente, ne soffre il più grande fisico vivente, Stephen Hawking. Gli studiosi ripongono molta speranza nel riluzolo, farmaco che ritarda il decorso della SLA. La qualità di vita dei pazienti viene migliorata attraverso apposite terapie mediche e fisiche.