Un’esplosione di 8 miliardi di anni fa può aiutare nella ricerca di materia nel cosmo
I cosmologi si stanno concentrando su una veloce esplosione avvenuta oltre 8 miliardi di anni fa, rilevata dai telescopi terrestri recentemente.
Il lampo di luce generato dall’evento ha attraversato dunque più di metà dell’universo prima di essere intercettato dalle strumentazioni terrestri, e ha messo alla prova le convinzioni stabilizzate sui modelli attuali.
I ricercatori hanno scoperto che si tratta del lampo radio veloce più antico della storia dell’universo, ed è anche almeno tre volte più potente di quanto ci si sarebbe aspettato.
La sorpresa maggiore è stata comunque l’età del lampo, tale da far affermare al coautore dello studio, Stuart Ryder, astronomo della Macquarie University di Sydney, in Australia: “Non sapevamo se i lampi radio veloci fossero esistiti così lontano nel tempo”.
La ricerca è stata pubblicata l’altro ieri, 18 ottobre, su Science1, e ieri su Nature.com.
Questo lampo era stato rilevato già nel giugno del 2022 da Ryder e il suo team con l’ausilio del telescopio Australian Square Kilometer Array Pathfinder nell’Australia occidentale, ed era stato denominato FRB 20220610A
È stato inoltre utilizzato il Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe in Cile e ha partecipato l’Osservatorio W. M. Keck alle Hawaii allo scopo di individuare la galassia di origine di questo specifico lampo veloce radio.
Un aspetto interessante è che viaggiando attraverso le galassie, i lampi radio veloci sono influenzati dal passaggio nel gas caldo, il quale rallenta le loro onde a bassa frequenza in maniera più incisiva rispetto a quelle a frequenza più elevata. Per questo motivo i lampi vengono “catturati” dai nostri strumenti in tempi diversi, permettendo di dedurre la natura della materia incontrata nel loro viaggio, anche se invisibile alle nostre rilevazioni di altro genere.
L’insolita potenza del lampo radio veloce FRB 20220610A cambia dunque il range attualmente sostenuto circa l’entità di questo tipo di fenomeni. Ryder ha in effetti fatto notare: “Ora possiamo affinare la nostra stima di quale sarà probabilmente la distribuzione delle energie scoppiate”.
L’astrofisico del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge Kiyoshi Masui, non si è dichiarato invece sorpreso sull’anzianità che i lampi radio veloci possano raggiungere, e dunque sulla distanza di questi eventi: “Ciò che è entusiasmante è che stiamo iniziando a vederli e a misurare le loro proprietà. A mano a mano che crescerà il campione di queste esplosioni distanti, ci dirà molto su come si è evoluto l’Universo”.
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