Sta per aprirsi in concreto l'”Era dei Robot” e si dicono cose incredibili sui robot. Ci siamo accorti che il nostro è il Tempo in cui ci stiamo avvicinando a grandi passi verso la Fantascienza. L’argomento più suggestivo è quello relativo allo sviluppo dei robot. È opportuno fare un po’ di chiarezza. Vediamo insieme 5 considerazioni salienti prendendo spunto da una ricerca di Curiosone.tv.
5. I robot e la disoccupazione di massa
Non è detto che l’avvento dei robot porti alla disoccupazione di massa. Dal 1800 ad oggi le macchine hanno sostituito l’uomo per molti lavori, ma ne sono nati moltissimi altri. Come vediamo ogni giorno, i robot già creati svolgono mansioni manuali. L’uomo sarà insostituibile per i lavori che richiedono sforzi mentali.
4. Non sono più intelligenti di noi
I robot sanno fare meglio dell’uomo molte cose, ma non hanno la capacità di adattarsi alle circostanze e gestire gli imprevisti. Anche impartendo specifiche istruzioni attraverso la loro programmazione, non potremo mai renderli intellettualmente indipendenti. Anche l’eventuale capacità di autoprogrammazione, ventilata dagli scrittori di fantascienza, ha i suoi limiti.
3. Non sono buoni né cattivi
I robot sono esattamente come potrebbe essere un coltello: né buono, né cattivo. Dipende da come si usa. E il robot è secondo come lo si programma. Nulla di più.
2. Non possono avere sentimenti
Questo è un falso mito introdotto dai film di fantascienza. I robot non hanno un sistema nervoso. Può essere programmato a punirsi o a piangere se sbaglia, ma non prova assolutamente nulla. Esegue solo istruzioni come farebbe un’automobile in autostrada.
1. L’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale esiste già, ma come dice il termine è un surrogato. I robot imitano i comportamenti umani e nulla più perché questo è il significato dell’intelligenza artificiale. Tutto quanto viene scritto su rivolta degli umanoidi, ribellione dei robot, eccetera: è soltanto frutto di fantasia. Attualmente è ritenuto impossibile che le macchine possano deliberatamente minacciare l’uomo e la nostra organizzazione sociale.