La classifica dei diamanti più grandi al mondo costituisce sempre una lettura suggestiva e dimostra nei fatti la potenza della natura. Ma se vogliamo formulare una “top-ten” ideale occorre per prima cosa stabilire che ci si riferisce alle gemme che siano già passate dalle mani di un tagliatore e che di conseguenza ci si rivelino in tutto il loro splendore. Ci accorgeremo inoltre che molte di queste “pietre” hanno nomi celebri, e che alcune sono legate ad aneddoti storici molto coinvolgenti.
Ma vediamo ora la classifica.
10° POSTO
Darya-ye Noor. È una splendida gemma di circa 182 carati, di un favoloso colore rosa chiaro, il cui grezzo è stato rinvenuto nella miniera di Golconda, in India. Il suo nome significa “mare di luce” in Persiano. Nel 1739 la Persia ne entrò in possesso grazie al Nadir Shah, che rese al sovrano dei Mughul Muhammad il suo regno. Fu ricompensato con molti gioielli della corona. Il Darya-ye Noor seguì le sorti dell’Impero Persiano attraverso tutte le sue vicissitudini. Fath Ali Shah fece incidere il suo nome su una delle facce del diamante. Nel 1902 Mozaffar ad-Din lo fece incastonare su una spilla da appuntare al suo copricapo. Dalla deposizione di Reza Pahlevi nel 1979 il diamante è custodito nella Banca Centrale dell’Iran.
9° POSTO
Orlov. Questo diamante è uno dei più celebri dell’intero pianeta per essere incastonato sullo scettro degli Zar. Pesa ct. 189,62 ed è incolore. La sua estrazione, come nella maggior parte dei casi delle gemme provenienti da miniere indiane, si perde nella notte dei tempi. Nel 1750 questo diamante era incastonato nella statua di una divinità indiana, Sri Ranganatha, e fu rubata da un disertore francese che si finse convertito all’induismo per infiltrarsi durante le cerimonie. Il disertore riuscì a fuggire protetto dagli inglesi e trovò nel conte Grigori Grigórievich Orlov un compratore per la somma di 400.000 fiorini olandesi del tempo. Approdato in Russia il diamante riscosse l’ammirazione della regina Caterina, la quale lo ebbe in dono dal conte in cambio di molti favori commerciali. Da allora l’Orlov, che mantenne il nome del compratore, fa parte dei gioielli degli zar ed è oggi conservato al Cremlino.
8° POSTO
Millennium Star. Si tratta di un diamante di proprietà di De Beers, la compagnia sud-africana con sede in Svizzera, leader assoluta nel comparto dei diamanti. Il suo peso è di ct. 203,04 ed è stata esposta nel Millennium Dome di Londra, il padiglione celebrativo issato dal 1997 al 1999 esattamente sul meridiano di Greenwich per l’avvento del terzo millennio. Il grezzo da cui deriva pesava ct. 777 e fu rinvenuto in un giacimento alluvionale della repubblica democratica del Congo nel 1990. Immediatamente acquistato da De Beers, dal grezzo fu ricavata questa grande goccia incolore che fu definita da Harry Oppenheimer, che diresse la De Beers per anni, “il più bel diamante che io abbia mai visto”. Le operazioni necessarie per il suo taglio durarono ben 3 anni. Il suo valore è inestimabile, ma secondo indiscrezioni pare sia stato assicurato per 100 milioni di sterline.
7° POSTO
De Beers. Diamante di forma a “cuscino” e di colore giallo (light-yellow). Il grezzo da cui deriva è stato estratto nelle miniere De Beers 17 anni dopo che furono vendute a Cecile Rhodes, e pesava ct. 428,50. Questo diamante ebbe una vita travagliata e al momento non se ne conosce l’ubicazione. Il primo compratore fu il Mahrajah di Patiala Bhupendra Singh. Nel 1928 un suo successore incaricò Cartier di incastonarlo su una collana arricchita da altre gemme. Nacque così la splendida e preziosissima collana Patiala. Nel 1947, anno dell’indipendenza indiana la collana scomparve, ma molti pensano che il Maharaja in carica abbia voluto nasconderla per non vederla confiscata dal nuovo governo. Nel 1982 un venditore anonimo incaricò Sotheby’s di vendere il diamante, che fu acquistato da un venditore anch’esso anonimo. La collana priva del diamante è stata rinvenuta da un gioielliere di Londra che si dichiarò all’oscuro della provenienza. Oggi la collana Patiala è stata ricostruita utilizzando in sostituzione delle gemme mancanti zaffiri e zirconi o pietre sintetiche.
6° POSTO
Gran Mogol. Altro diamante della grande tradizione indiana, che prende il nome da Shah Jahan che è ritenuto il costruttore del Taj-Mahal. È stato tagliato a forma di calotta ed è di un magnifico colore blu chiaro (light-blue). Il suo peso, una volta tagliato, si ritiene risultasse di ct. 265, ma c’è letteratura che gli attribuisce ct. 280. Si ritiene sia stato estratto nel XVII secolo naturalmente in India, e il grezzo si pensa possa essere stato di almeno 800 ct. Questo diamante è scomparso inspiegabilmente ed è attualmente irreperibile.
5° POSTO
Centenario. Gemma molto suggestiva per il suo taglio a cuore, ma anche perché tra i diamanti di massima grandezza è ritenuto il più puro. Anche il suo colore è eccezionale: è infatti classificato come “D” il massimo della scala cromatica. Gli è stato attribuito questo nome per celebrare il centenario della fondazione della De Beers, e infatti il suo nome originario era “De Beers Centenary”. Il grezzo da cui è tratto è stato rinvenuto nel 1986 nella Premiere Mine in Sud-Africa, e pesava ct. 599. Dopo un attento studio il taglio è stato eseguito da Gabi Tolkowski, uno dei più grandi tagliatori di sempre. Ne uscì una gemma di ct. 273,85 con ben 247 e una brillantezza superlativa. Si dice sia stato venduto ad un privato, ma De Beers ha sempre rifiutato di commentare la notizia. Sta di fatto che il nome è stato cambiato.
4° POSTO
Cullinan II. Ci avviciniamo al “podio” con una gemma della più fulgida tradizione storica ed emotiva. Il Cullinan II è uno di quei diamanti che sono stati ricavati dal taglio di un grezzo chiamato anche “Stella d’Africa” che rappresenta il più grande diamante grezzo mai trovato in natura, del peso eccezionale di ct. 3.106,75. L’enorme grezzo fu tagliato in diversi esemplari di cui ben 9 di grandi dimensioni, e tra i quali i primi 4 (vedi Cullinan I) oggi facenti parte dei gioielli della Corona Britannica. Il Cullinan II pesa ct. 317,40 ed è incastonato sulla corona di sua maestà britannica. Ha forma a cuscino ed è incolore.
3° POSTO
Incomparable. Fossimo in ambito sportivo potremmo dire: medaglia di bronzo, ma si tratta di eccezioni della natura, le quali stupiscono più ancora che le performance umane. Il nome di questa gemma è emblematico e altamente esplicativo per la sua particolarità. Esso fu rinvenuto nel 1984 da una bambina nella discarica di una miniera della repubblica democratica del Congo. Il peso del grezzo arrivava a ben 890 ct. Fu incaricato del taglio Marvin Samuels, al quale i proprietari (lo stesso Samuels e i gioiellieri Zale e Glick) affidarono la preziosa pietra. Fu tagliata in una splendida gemma giallo-ambra a forma “briolette” di ct. 407,48 e in altre 14 di dimensioni inferiori. Nella fotografia potete ammirare il fotomontaggio che ritrae insieme il grezzo e il diamante più grande. Nel 1988 Incomparable è stato analizzato dal Gemological Institute of America, il quale ha constatato che si tratta di una gemma pura. Il diamante fu acquistato da De Beers e rivenduto ad un privato di cui non si conosce l’identità.
2° POSTO
Cullinan I. La più grande delle gemme derivate dalla “Stella d’Africa” pesa ct. 530,20 ed è incastonata sullo scettro di Gran Bretagna. Come abbiamo letto nella descrizione del Cullinan II, il grezzo originario generò ben 9 diamanti di grandi dimensioni tra cui i primi 4, e precisamente il Cullinan I, il Cullinan II, il Cullinan III (ct. 94,40) e il Cullinan IV (ct. 63,60) sono di proprietà della corona britannica. Il luogo del ritrovamento è il Sud-Africa, nella Premier Mine, nella località di Cullinan (da cui il nome), il 26 gennaio del 1905. Anche il Cullinan I ha forma a goccia ed è incolore. È stato per quasi tutto il XX secolo il diamante più grande del mondo ed è divenuto proverbiale.
1° POSTO
Golden Jubilee. Nel 1985, all’interno della prolifica miniera Premier Mine, di proprietà di De Beers, in Sud-Africa, avvenne il ritrovamento di un diamante grezzo di ct. 755 dal bellissimo e intenso colore giallo-cognac. Sulle prime non si pensa che da questo grezzo si potesse ottenere un record ma fu comunque destinato alle cure di Gabi Tolkowski, uno dei più grandi tagliatori che la storia ricordi, e che abbiamo già citato quale tagliatore del “Centenary”, proprio per effettuare “prove” di taglio per grezzi più accreditati. Il grande artista belga riuscì invece a stupire il mondo, trasformando il grezzo informe in uno splendido diamante di forma “a rosa” che costituisce il nuovo primato mondiale con i suoi ct. 545,67. È interessante notare la grande abilità del lapidario, il quale ha ottenuto veramente uno scarto minimo, se pensiamo alla base di partenza di “soli” ct. 755. Attualmente il Golden Jubilee è di proprietà della casa regnante in Thailandia, a cui fu donato in occasione del 50° anniversario dell’incoronazione di re Bhumibol Adulyadej. Prima di donarlo, il capo-fila del gruppo proprietario, il thailandese Henry Ho, lo fece benedire con rito cattolico, buddista e islamico.
Si conclude qui il nostro viaggio virtuale tra i diamanti più grandi del mondo, ma il capitolo resta aperto, perché da un momento all’altro “Madre Natura” può stupirci con altri elementi che potranno rivoluzionare questa “preziosa” classifica.