G7, accordo sui cambiamenti climatici
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Che il clima stia cambiando non c’è alcun dubbio scientifico e il riscaldamento globale è evidente. Dal G7 è emerso come siano tutti d’accordo sull’innalzamento di 2 gradi della temperatura media mondiale, sulla de-carbonizzazione entro fine secolo e sulla riduzione del gas entro il 2050. L’ONU ha confermato come ci sia anche lo zampino dell’uomo sugli eventi meteo eccezionalmente estremi.

Il 18% di tutte le precipitazioni eccezionalmente intense e il 75% delle ondate di calore sono attribuite al riscaldamento globale provocato dalle attività umane. I dati sono stati raccolti dal Politecnico di Zurigo e pubblicati sulla rivista scientifica Nature Climate Change. E non dimentichiamo che la crescita dei mari è sempre più veloce.

Gli esperti sono convinti che l’uso di combustibili fossili e la deforestazione a livello globale abbiano contribuito all’aumento della temperatura osservato: i membri del G7 concordano anche sulla sua crescita di 2 gradi rispetto ai periodi preindustriali. Questo significa che non bisogna varcare la soglia di non ritorno, così come prospettato dagli scienziati ONU che nel peggiore degli scenari hanno fatto presente per esempio come con un aumento di 4,8 gradi il livello del mare potrebbe salire di poco meno di un metro.

Per riuscire a stare entro i due gradi di aumento medio – hanno detto gli scienziati nella loro analisi – sarebbe necessario ridurre le emissioni di gas serra del 40%-70% entro il 2050, puntando su nuovi modelli di investimento e su un’economia a basse emissioni di carbonio.

Fin qui tutto bene! Ma il problema che emerge dal G7 è un altro e più grosso perché l’accordo sul clima è stato raggiunto solamente tra sette Paesi, tuttavia nel mondo ci sono più di 200 Nazioni che dovrebbero collaborare. Non ne bastano 7, non ha senso!

Come fanno a ridurre le emissioni di gas serra solamente 7 Paesi al mondo? È ridicolo!

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Di aletave

Dottore in Scienze Naturali, copywriter e blogger presso Search On Media Group. Fondatore di questo blog.

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