È un argomento molto dibattuto tra gli amanti del caffè e coloro che, magari lo prenderebbero volentieri, ma ritengono che ciò impedisca loro di dormire.
Sorbire un buon caffè dopo un pasto è uno dei piccoli piaceri della vita, ma non tutti, alla sera, possono permetterselo. Molte persone infatti rinunciano alla nera bevanda dopo la cena, perché altrimenti trascorrerebbero una notte in bianco, o quasi. Ma è proprio vero? Scopriamolo insieme aiutandoci con un interessante articolo apparso su Curiositaeperche.
Ebbene sì, esiste una spiegazione scientifica. La capacità di metabolizzare il caffè varia da individuo ad individuo. Il caffè viene infatti eliminato dal nostro organismo attraverso l’urina e il sistema epatico: chi ha queste capacità di eliminazione ridotte o più lente, non riesce a smaltire le sostanze eccitanti contenuti nella bevanda, e di conseguenza risulta facile che faccia fatica ad addormentarsi.
Questa abilità di “smaltimento” si chiama emivita e consente a chi la possiede di ridurre fino al

50% la persistenza di una sostanza nel corpo. Va aggiunto a questo punto che normalmente gli eccitanti contenuti nel caffè hanno effetto per circa quattro ore, e di conseguenza sarebbe questo il periodo di sicurezza all’interno del quale non bisognerebbe sorbirne prima di andare a letto. In coloro che al contrario hanno una buona emivita, è sufficiente berlo anche solo due ore prima.
È noto che l’eccitante che è contenuto nel caffè è la caffeina, un alcaloide in grado di accelerare il battito cardiaco, di potenziare lo stato di veglia, ma che in alcuni casi può generare ansia o addirittura panico. Va assunto con una certa prudenza, perché l’abuso o un largo consumo può portare addirittura a dipendenza.
Di certo comunque è il fatto che la convinzione di alcuni i quali sono convinti di non poter bere prima di dormire, non è una questione psicologica come si è ritenuto in passato, ma ha una vera causa fisiologica.