Si fa presto a dire… Scienza! Ma come fa la comunità scientifica ad ammettere o respingere una teoria? Come si distingue un’ipotesi da prendere in considerazione sotto l’aspetto scientifico senza relegarla nel mondo della fantascienza, delle teorie inaffidabili o peggio ancora tra le bufale?
Ci si rimette al metodo scientifico. E questo è l’argomento dell’articolo di oggi: cos’è il metodo scientifico? La definizione è la seguente: è il procedimento adottato dalla scienza per arrivare a stabilire la conoscenza di una realtà, che deve essere oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Storicamente la paternità del metodo scientifico è attribuita a Galileo Galilei (1564-1642), sebbene anche precedentemente e nell’Antichità vi siano infiniti richiami e ricorsi ad esso.
In pratica vengono raccolti quanti più possibili dati empirici, i quali vengono valutati attraverso teorie o ipotesi formulate in loro conseguenza, e successivamente messi alla prova sotto l’aspetto matematico. A questo punto si deve passare alla fase sperimentale, la quale suddivide il procedimento in induttivo e deduttivo, metodi sui quali gli scienziati si spaccano decisamente in due fazioni di sostenitori.
Il metodo induttivo prevede le seguenti fasi: 1) Osservazione del fenomeno; 2) Sperimentazione; 3) Calcolo matematico e rilevazione delle misure; 4) Definizione di un modello fisico; 5) Elaborazione del modello matematico; 6) Formulazione della teoria.
Se fino a qui tutto è chiaro vediamo ora quanto si pretende per verificare una teoria o determinare un evento scientifico
attraverso il metodo induttivo: 1) Formulazione di un’ipotesi; 2) Dedurre dall’ipotesi iniziale la previsione di eventi provocati dalle conseguenze; 3) Osservazione di un evento; 4) Se l’evento si svolge come previsto si dichiara la teoria formulata NON È ESCLUSA, e quindi viene PROVVISORIAMENTE accettata.
Il metodo deduttivo fu adottato a seguito di osservazioni introdotte nel secolo scorso dal filosofo, matematico, logico e saggista Bertrand Russell (1872-1970), Premio Nobel per la letteratura nel 1950. Il grande filosofo spiegò che è possibile formulare un teoria scientifica partendo dall’osservazione di un fenomeno e deducendone e successivamente ricreandone la ripetibilità. Fu una proposta per certi versi rivoluzionaria che fu perfezionata successivamente dal filosofo Karl Popper (1902-1994) attraverso il principio della falsificabilità, il quale enuncia che gli esperimenti empirici non possono mai verificare una teoria ma possono solo confutarla. Sulla base di questa regola Popper stabilì che una teoria è tanto più scientifica quanto tema meno la falsificabilità.
Tutte le teorie attualmente accettate dalla comunità scientifica hanno superato ognuna di queste considerazioni: la scienza è una cosa seria.