cosa sapere sulla narcolessia
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La narcolessia, come indica l’etimologia del termine (dal greco: “essere preso dal sonno”), è un disturbo del sonno che induce la persona che ne è affetta ad addormentarsi durante la giornata. Può assumere anche forme molto fastidiose ed è tipica la gag di coloro che si addormentano durante una conversazione oppure nel bel mezzo di un pranzo. Un interessante articolo è apparso anche su Scienze-Fanpage.

Rientra nell’ambito delle malattie neurologiche ed è dovuta ad una progressiva perdita dei neuroni che producono l’ipocretina (o oressina), il neurotrasmettitore incaricato di regolare il ritmo sonno-veglia. Riguardo all’origine la teoria più accreditata è che si tratti di una malattia auto-immune, ovvero creata dagli attacchi che il sistema immunitario stesso sferra contro il neurotrasmettitore.

I sintomi sono abbastanza evidenti: facilità ad addormentarsi

Narcolessia: ecco le cose che devi assolutamente sapere
Aldilà delle facili ironie e dell’imbarazzo, la narcolessia è una malattia seria.

durante la giornata, quando ci si siede o in condizioni che per la maggior parte delle persone sarebbero di disagio. Chi soffre di narcolessia in realtà non gode di un sonno regolare durante la notte e in alcuni casi si manifesta addirittura la “paralisi del sonno”, ovvero una condizione di immobilità in conseguenza di un brusco risveglio.

Altro sintomo evidente è la difficoltà a realizzare di essere usciti da un sogno, condizione che può capitare ad un individuo sano, ma che nei narcolettici è piuttosto ricorrente. In altri casi ancora si verificano le allucinazioni ipnagociche, ovvero sognare ad occhi aperti con difficoltà a distinguere il sogno dalla realtà.

Ma non è escluso che la narcolessia si manifesti anche senza i disturbi del sonno. Sintomi sono anche la presenza di cataplessia, o meglio una crescita dell’irascibilità, emotività, eccesso di riso, imbarazzo, perdita di memoria, disturbi cognitivi e persino iperattività.

Chi sospettasse di esserne affetto deve immediatamente rivolgersi al proprio medico, il quale valuterà i sintomi e se necessario predisporrà un esame polisonnografico, che consiste nel monitorare a domicilio il paziente attraverso uno strumento che verifica il sonno notturno.

Il primo risultato che indica la narcolessia è l’immediata caduta del soggetto nella fase REM (ovvero quando in un organismo profondamente addormentato, l’attività della corteccia cerebrale è molto vicina a quella della veglia) del sonno, non appena addormentato, mentre in un individuo sano questo avviene in un secondo momento.

Purtroppo per la narcolessia non si è ancora trovato un rimedio! Tuttavia, l’unico aiuto consiste in farmaci che provvedano a tenere sveglia la persona narcolettica in alcune fasi della giornata e nell’adeguamento dello stile di vita.

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Di aletave

Dottore in Scienze Naturali, copywriter e blogger presso Search On Media Group. Fondatore di questo blog.

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