Quando sentiamo parlare di informazioni dallo spazio pensiamo immediatamente a qualche messaggio proveniente da civiltà extra-terrestri. E questo è comunque un argomento affrontato dalla scienza, portato avanti alivello mondiale, tra gli altri da SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence, Ricerca per l’intelligenza extra-terrestre), con la quale collaborano molti illustri scienziati, e che offre la possibilità a chiunque di utilizzare il proprio computer per analizzare i dati raccolti dagli strumenti.
Ma esiste anche una ricerca più specifica che mira a percepire dallo spazio i sintomi della presenza di corpi celesti o addirittura di eventi interstellari. Si tratta di un’opportunità che è derivata dalla formulazione da parte di Einstein della teoria della relatività, e che con essa ha tratto origine, allora solo in via concettuale, all’inizio dello scorso secolo.

Albert Einstein ipotizzò una revisione di alcune delle convinzioni scientifiche consolidate dalla fisica newtoniana, e nello specifico immaginò che le concezioni di spazio e di tempo costituissero una struttura non costante. Pensò che all’interno di questo modello eventuali grandi eventi cosmici, come gli scontri tra astri o altre condizioni simili, dovessero prodursi delle increspature in questa struttura, le quali avrebbero potuto anche modificare il normale scorrere del tempo e creare contrazioni o dilatazioni dello spazio. Ai nostri giorni troviamo conferma a queste teorie proprio attraverso le onde gravitazionali, che vengono percepite in caso di eventi interstellari, fusione tra buchi neri e addirittura nell’eco del Big Bang.
Le caratteristiche di queste onde sono ovviamente particolari. Esse si propagano alla velocità della luce e seguendo un’equazione tensoriale, il che significa in pratica che è costituita da 16 componenti in quanto tiene conto di tutte le possibilio variabili di distanza. In matematica il tensore è rappresentato da una matrice a più dimensioni.
Le onde gravitazionali sono attualmente di grande attualità anche perché è stato dato pochissimi giorni fa

l’annuncio che LISA Pathfinder, il satellite europeo in cui l’Italia vanta una fortissima partecipazione, è pronto per il lancio, che avverrà a novembre dallo spazioporto di Kourou. Il satellite avrà come mansione principale proprio quella di testare le recentissime tecnologie di cattura delle onde gravitazionali.
L’importanza dell’argomento è tale da meritare la priorità massima da parte dei ricercatori, e molti scienziati, riferendosi a quanto sarebbe decisivo osservare queste onde, le quali nonostante gli esperimenti svolti a terra non sono mai state analizzate concretamente, sostengono che la rilevazione costituirebbe un miglioramento radicale nella cosmologia, almeno quanto lo fu l’inserimento del sonoro nel cinema muto.
Questa è ritenuta anche la strada maestra per avere la prima tanto attesa della tanto attesa e tormentata conferma della teoria delle stringhe.