Le trasfusioni di sangue sono indispensabili in tutti i casi in cui ad esse si ricorre. Spesso si assiste a dibattiti che suscitano perplessità. La pagina scientifica di Fanpage.it se ne è occupata e non riprendiamo volentieri l’argomento nella speranza di fugare i dubbi più ricorrenti. Ecco, quindi, 7 cose che non tutti conoscono circa le emotrasfusioni.
7. La donazione può salvare una vita
La donazione di sangue salva le vite. Come abbiamo detto quando i medici decidono di ricorrere alle emotrasfusioni, significa che in mancanza di ciò il paziente può morire. Non lasciamoci condizionare da superstizioni o stupide credenze. Doniamo il sangue con gioia perché è un gesto meraviglioso.
6. Più benefici per ogni sacca
Ogni sacca di sangue prelevato da un donatore può fornire diverse componenti del sangue. A seconda delle esigenze del paziente si possono prelevare solo le parti del sangue che servono.
5. Ci sono più donatori nei Paesi ricchi
Secondo le recenti statistiche, nei Paesi più ricchi i donatori rispetto alla popolazione sono del 3,68%. Seguono i Paesi mediamente ricchi con l’1,17%. Chiudono ovviamente la graduatoria i Paesi più poveri con solo lo 0,39% di donatori.
4. Cresce il numero dei donatori
Per fortuna, il numero di donatori di sangue sta crescendo nel tempo. Attualmente ci sono circa 108 milioni di persone che donano generosamente il sangue ogni anno.
3. I donatori non sono retribuiti
La maggior parte dei donatori di sangue sono volontari non retribuiti. Si tratta di un gesto dettato esclusivamente da generosità e consapevolezza civica.
2. Sangue sicuro
È stato riscontrato che la maggior parte della provenienza di sangue sicuro arriva dai donatori regolari non retribuiti. Esistono procedure molto restrittive sui controlli del sangue da destinare alle trasfusioni.
1. A cosa servono le donazioni?
Per il 76% dei casi il sangue raccolto attraverso le donazioni viene utilizzato in casi di chirurgia cardiovascolare, trapianti, traumi o malattie maligne del sangue. I pazienti over 65 sono i più numerosi. Nei Paesi più poveri sono utili anche in caso di complicazioni che intervengono durante il parto.