I cambiamenti climatici sono evidenti ormai in un mondo che si sta evolvendo. Il 18% di tutte le precipitazioni eccezionalmente intense e il 75% delle ondate di calore sono attribuite al riscaldamento globale provocato dalle attività umane. I dati sono stati raccolti dal Politecnico di Zurigo e pubblicati sulla rivista scientifica Nature Climate Change.

Un ulteriore riscaldamento fino a 2 °C rispetto alle medie preindustriali comporta una probabilità doppia di precipitazioni estreme rispetto a un riscaldamento di 1,5 °C. In pratica, con un aumento di 2 °C ben il 40 per cento delle precipitazioni estreme sarebbe da attribuire al cambiamento del clima di origine umana.
Le temperature più elevate e un tasso di umidità maggiore in atmosfera causate dall’uomo favoriscono l’aumento di precipitazioni eccezionalmente intense e lo scatenarsi di forti piogge. I cambiamenti climatici e la crescita di eventi meteorologici estremi sono dipendenti.

Analisi dei dati
Le temperature e le precipitazioni totali sono state analizzate relativamente al periodo 1901-2005 e confrontate con i dati ricavati dalle proiezioni ricavabili da 25 diversi modelli climatici per il periodo 2006-2010. Ne è risultata l’elaborazione di diverse mappe.
Il lavoro ha il merito di aver realizzato una valutazione accurata, dal punto di vista matematico, di come l’impronta dell’uomo sul Pianeta stia generando un clima impazzito con il quale, sempre più, oggi ci ritroviamo a fare i conti. I cambiamenti climatici sono ormai evidenti e le precipitazioni eccezionalmente intense sono un dato di fatto.
L’aumento della temperatura sul nostro pianeta ormai è un dato di fatto: gli esperti e scienziati di tutto il mondo sono convinti che entri i prossimi 50 anni aumenterà di +5,8 C e comporterà una fusione dei ghiacciai continentali con conseguente innalzamento del livello medio del mare, compreso fra 10 e 90 centimetri, nonché un incremento delle perturbazioni meteorologiche violente e centinaia di milioni di profughi ambientali.
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