Via Lattea, i conti non tornano
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Lo studio cosmologico è paragonabile ad un thriller dai mille colpi di scena. Non abbiamo ancora assimilato la scoperta della materia oscura, che nella Via Lattea arriverebbe all’86% della massa totale dell’universo, con picchi del 90% proprio in galassie come la nostra, che improvvisamente e fatti i debiti conti, la comunità scientifica ha scoperto che sommando la quantità di materia conosciuta e quella di materia oscura, ci sarebbe una differenza consistente, che gli scienziati hanno immediatamente denominato “massa mancante”.

A dire il vero non è la prima volta che ci si trova dinnanzi a questi disavanzi matematici. La stessa materia oscura, quella sulla quale ci stiamo interrogando recentemente e sulla cui natura non sappiamo ancora esprimere opinioni in quanto non emette radiazioni elettro-magnetiche, non è osservabile e si avverte esclusivamente per il suo influsso gravitazionale, prima di essere oggetto di studio era stata chiamata anch’essa “massa mancante”. Siamo quindi di fronte ad un’altra scoperta probabilmente epocale.

Dell’argomento si stanno interessando molti fisici, e in modo particolare la NASA. In Italia la scoperta è stata prontamente

Via Lattea, i conti non tornano
Il Sole, la nostra stella. Si ritiene che la quantità di materia mancante nella sola nostra galassia sia pari a 110 miliardi di volte la sua massa.

rimbalzata anche dalla prestigiosa rivista Le Scienze. Ma come si è arrivati a determinare che esiste questo ammanco di materia. Con la nostra consueta verve divulgativa cerchiamo di spiegarlo nel modo più semplice possibile.

Attraverso calcoli e interpretazioni delle osservazioni effettuati si è arrivati a stabilire che la nostra galassia, la Via Lattea, avrebbe una massa complessiva di circa 1.000 miliardi di volte superiore a quella del Sole, un numero immenso, pari a due quintilioni di kilogrammi. La massa del Sole è divenuta la misura di base, con simbolo M, della massa riferita ai corpi celesti e alla materia spaziale.

Ebbene di questi 1.000 miliardi di M è stato calcolato che 830 miliardi sarebbero di materia oscura. Ne rimarrebbero quindi 170 miliardi che dovrebbero essere il peso complessivo delle masse relative alle stelle, ai corpi celesti conosciuti ed osservati, nonché i gas presenti un po’ dappertutto all’interno della nostra galassia. Questa materia, per così dire conosciuta, prende il nome di massa barionica. A questo punto il colpo di scena. Sommando le masse di quanto è presente nella Via Lattea, ad esclusione della materia oscura rispondono all’appello soltanto circa 60 miliardi di M. Mancherebbero perciò 110 miliardi di M: come se fossero spariti 110 miliardi di stelle come il Sole!

Via Lattea, i conti non tornano
Il fisico Italiano Bruno Rossi ispeziona il primo satellite a raggi X, Uhuru, lanciato nel 1970

Un’ ipotesi è che questa materia mancante possa essere formata da neutrini, ciò dà adito alla deduzione che possa essersi formata da una serie di esplosioni nucleari. In questo caso lo studio sarebbe ancora più appassionante in quanto aprirebbe altri fronti di approfondimento circa le reazioni spontanee che avvengono nello spazio.

Va inoltre citata la posizione della stagista dell’Università Monash di Melbourne Amelia Fraser-McKelvie, la quale osservando con la massima attenzione i dati raccolti dalla comunità scientifica attraverso i rilevatori a raggi X, ha notato alcuni filamenti di materia tra le galassie.

Insomma un mistero nel mistero, che contribuisce a renderci sempre più edotti, e proprio per questo più piccoli circa la formazione e il funzionamento dell’universo.

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Di aletave

Dottore in Scienze Naturali, copywriter e blogger presso Search On Media Group. Fondatore di questo blog.

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