Antimateria, l'altra faccia della stessa moneta
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L’universo non cessa di stupirci e la fisica si evolve in un crescendo maestoso. Uno degli argomenti che maggiormente vede impegnata la comunità scientifica e che risulta tra i più affascinanti è quello relativo allo studio dell’anti-materia. Ciò non soltanto per il grande fascino dell’ignoto, ma anche per la speculazione diretta che si è scatenata sul grande schermo che puntualmente propone disgrazie cosmiche causate dal contatto dell’antimateria con la materia ordinaria.

Viene quindi spontaneo approfondirne la conoscenza. L’antimateria, come suggerisce il suo nome è l’esatto contrario della materia ordinaria come noi la conosciamo. Ovvero, se generalmente un atomo è costituito da un nucleo avente segno elettrico-magnetico positivo e gli elettroni con segno negativo, un atomo di antimateria conterà su un nucleo caricato negativamente e gli elettroni orbitanti attorno ad esso avranno carica positiva.

Antimateria, l'altra faccia della stessa moneta
Un atomo di idrogeno a confronto con uno di anti-idrogeno

Possiamo quindi affermare che attorno a noi esistono atomi e molecole che scientificamente hanno caratteristiche opposte a quelle che compongono gli elementi di cui abitualmente ci serviamo. Ad esempio: a fronte di un atomo di idrogeno nel cui nucleo troviamo un protone e orbitante attorno ad esso un elettrone, avremo un atomo di anti-idrogeno, che nel nucleo conterrà un anti-protone attorno al quale orbita un positrone. È indubbiamente un aspetto molto affascinante della fisica che introduce una serie di domande e di questioni che vanno a interessare ogni ambito scientifico.

Ma cosa avviene se materia e antimateria venissero a contatto? I fisici hanno già dato una risposta a questo inquietante interrogativo. Il contatto creerebbe il fenomeno dell’annichilazione, la quale comporta una trasformazione di tutta la materia e antimateria coinvolte in fotoni ad altissima energia e quindi in radiazione elettromagnetica espressa in raggi gamma.

Si pensa che in origine materia e antimateria si equivalessero in quantità, mentre oggi l’antimateria rappresenta solo una bassa percentuale nella composizione dell’universo. Anzi, una buona parte dell’antimateria attualmente presente è prodotta in laboratorio durante gli esperimenti, mentre il resto deriva da eventi astronomici in cui si riscontra un alto tasso di energia. In caso essa viene immediatamente annichilita dalla materia. La causa della sua diminuzione così drastica è ancora oggetto di studio, dato che in natura ne troviamo solo un’esigua quantità.

Ma esiste un quesito di fondo che gli studiosi stanno valutando attentamente. In funzione della teoria della simmetria CP, secondo la quale ogni reazione provoca uno scambio paritario tra particelle e antiparticelle, se il Big-Bang avesse provocato un’emissione pari di materia e antimateria, tutto sarebbe stato annichilito. Visto che così non è stato si pensa che vi fosse una leggera prevalenza di materia. Ma allora andrebbe rimesso in discussione il principio di simmetria su cui si basano le nostre convinzioni scientifiche. Saremmo quindi di fronte al classico cane che si morde la coda, in un enigma che stiamo ancora cercando di risolvere.

In barba a tutti i film catastrofisti sui pericoli di disastro energetico creato dall’antimateria, il vero pericolo è che siamo in una situazione di stallo che mette in discussione molte delle teorie che regolano l’universo.

 

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Di aletave

Dottore in Scienze Naturali, copywriter e blogger. Fondatore di questo blog.

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