Una nuova importante rilevazione fa ipotizzare eventi di cui non si riescono immaginare le conseguenze. Non sappiamo ancora abbastanza sulla natura dei buchi neri ed ecco che gli indizi percepiti dai sofisticati rilevatori interstellari ci avvertono che alla distanza di 3,5 miliardi di anni luce da noi un buco nero starebbe girando vorticosamente attorno ad un altro.
Abbiamo ampiamente trattato anche su questo stesso sito sulla tematica relativa ai buchi neri, e questa notizia non giunge inaspettata perché gli astronomi stavano cercando da anni un sistema comprensivo di più buchi neri, ma ci pone di fronte ad una logica elementare ma spietata: la forza attrattiva di un buco nero può quindi essere attrattiva anche nei confronti di forze altamente contrapposte.
La collisione tra due buchi neri, in effetti potrebbe creare dei forti contraccolpi nel tessuto spazio-tempo, consentendoci di studiare a fondo tutte le implicazioni che ne deriverebbero, prime tra tutti la relatività e la formazione delle galassie. Non è ben chiaro infatti cosa avverrebbe, se il più potente tra i due buchi neri inghiottirà il più debole, oppure se quest’ultimo si fermerà sull’orizzonte degli eventi, ipotesi tra l’altro presa in considerazione sebbene in altro ambito dal fisico Stephen Hawking, creando un sistema binario.

Dell’argomento si sono occupate recentemente due grandi riviste scientifiche, Nature e Le Scienze sulle quali possiamo anche cogliere gli aspetti più tecnici della rilevazione. Pare infatti che questo evento sia il responsabile del particolare comportamento di un quasar, che come sappiamo è una regione ricca di detriti spaziali e polveri interstellari al centro di una galassia. Essi reagiscono all’influsso dei buchi neri con un passaggio dalla luminosità al buio in modo casuale, a seconda dell’assorbimento di massa da parte del buco nero. In questo caso, invece, queste variazioni di luminosità si susseguivano in tempi regolari, il che ha fatto immediatamente pensare alla presenza di due buchi neri.
Il quasar è il PG1302-102 e si propone come il più importante candidato all’indicazione di un sistema con più di un buco nero che sia mai stato scoperto. La sua rilevazione è dovuta ad un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology e l’esperto di calcolo Matthew Graham ha pubblicato i risultati su Nature.
Da sottolineare che la NASA ha già pubblicato a marzo 2010 immagini di un sistema binario di buchi neri rilevato con il gigantesco ricevitore radio 3C75. Non resta quindi che aspettare per sapere quanto materiale di studio sulla natura dell’universo deriverà da questa straordinaria scoperta.