Ovviamente si tratta di un titolo provocatorio, ma in effetti la scienza non è ancora in grado di capire di cosa si compone circa l’84% dell’universo. È uno degli interrogativi che assillano la comunità scientifica, tanto da farle denominare tutta questa materia sconosciuta con il nome inquietante di “materia oscura”.
Dagli ultimi studi e dai rilevamenti effettuati con i grandi captatori gravitazionali la materia a noi conosciuta arriva a mala pena al 16% di quanto esiste nel cosmo, con picchi che raggiungono solo il 50% in galassie come la nostra Via Lattea, ma che scendono abbondantemente sotto il 10% in alcune galassie di notevoli dimensioni.
La caratteristica più suggestiva della materia oscura è che oltre a non poter essere osservata in quanto non visibile, non emette neppure radiazioni elettromagnetiche ma può essere percepita esclusivamente per i suoi effetti gravitazionali. In un primo tempo questa enorme massa di materia fu definita come mancante, ma in seguito si corresse il termine in quanto non se ne rileva la luce ma la massa esiste ed è concreta.

Già nel 2001 Bruce H. Margon, astronomo dell’Università di Washington espresse in un’intervista al New York Times il proprio imbarazzo, ammettendo che circa il 90% della materia esistente nel cosmo risultava sconosciuta. L’ultima notizia risale invece al 2013, quando lo spettrometro alfa-magnetico installato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ha rilevato un eccesso di positroni (particelle dell’antimateria) ad alta energia in una zona in cui si ritiene esservi un’alta percentuale di materia oscura.
Purtroppo allo stato attuale degli studi non esistono teorie particolarmente convincenti sulla natura di questa materia, e seppure in una ristretta minoranza vi sono alcuni ricercatori e fisici che non ritengono una spiegazione valida l’esistenza di materia oscura, attribuendo gli effetti che l’hanno fatta rivelare attribuibili a particolari condizioni gravitazionali. Occorre però sottolineare che nessuna teoria alternativa all’esistenza della materia oscura è stata accettata dalla comunità scientifica.
La maggior parte dei fisici sono invece certi della sua esistenza e si stanno sforzando di individuarne almeno le caratteristiche più salienti, partendo dall’osservazione che la materia oscura occupi la parte nera che si individua attorno alle stelle e distinguendola in massa barionica e non barionica (vedi nostro articolo sull’atomo).
Si è arrivati a determinare infatti che il 90% della materia oscura sarebbe non barionica, e ciò calcolando la densità di deuterio che sarebbe elevatissima escludendo una forte incidenza della presenza di barioni. Insomma siamo ancora largamente distanti da un risultato concreto circa la conoscenza della natura di questa materia che si ipotizza sarà ancora per anni allo studio degli scienziati, anche perché si ritiene che sia proprio essa, non interagendo con la materia conosciuta, che si espanda più velocemente e che costituisca i primi filamenti della struttura delle nascenti galassie.