Nel corso della loro evoluzione, gli organismi si sono adattati alle varie tipologie ambientali che hanno colonizzato: “ambiente che trovi, adattamento che sviluppi”. L’ambiente acquatico è uno degli ecosistemi più difficili da colonizzare, eppure è colonizzato da una miriade di specie differenti.
Negli ambienti acquatici marini, gli organismi hanno conquistato tutti i micro-ecosistemi possibili grazie ad un elevato grado di adattamento: un esempio è rappresentato dagli squali, i quali sono presenti nei mari e negli oceani di tutto il mondo da circa 300 milioni di anni, rimanendo quasi del tutto simili alle varie forme che persistevano all’origine della loro evoluzione.
Gli organismi marini e oceanici sono stato in grado di colonizzare, addirittura, le profondità più estreme che esistono: gli abissi (basti pensare alle differenti tipologie e forme di animali che popolano gli abissi e le fosse abissali, come la fossa delle Marianne, la più profonda in assoluto con i suoi circa 11000 metri di profondità, recentemente osservata e studiata dal regista James Cameron).
In base alla forma che assumono e alla loro posizione in mare, gli organismi marini vengono classificati come:
– plancton =organismi che non sono dotati di movimento proprio e vengono trasportati dalle correnti marine;
– necton = rappresenta, invece, gli animali muniti di movimento proprio (per esempio, i pesci);
– benthos = termine riferito all’insieme degli organismi marini associati al fondo marino.