Un team di ricercatori dell’Oceans Research ha osservato un comportamento anomalo negli squali: un branco di palombi è entrato nelle acque dolci di un estuario di un fiume sudafricano. Tale atteggiamento è raro in questi animali ed era stato segnalato solo nello squalo toro e nello squalo leuca. La scoperta è stata pubblicata sul National Geographic.
Il direttore dell’Oceans Research – Enrico Gennari – ha spiegato:
“Si tratta di una cinquantina di esemplari di circa un metro e mezzo di lunghezza. Tutte femmine, stando ai rilevamenti effettuati finora. Sembrano in buona salute e, comunque, ormai a qualche giorno dalla loro scoperta, non sembrano affatto intenzionati ad abbandonare quelle acque”.
Perché gli squali sono nel fiume?
L’ipotesi più accreditata è che nel branco di squali palombo ci siano femmine gravide che abbiano preferito stabilirsi nel fiume perché è considerato un ambiente molto sicuro e al riparo dai predatori. Queste acque, inoltre, sono ricche di cibo, un fattore importante per animali che si trovano in queste condizioni.
Altri squali nei fiumi sudafricani
L’evento non è una rarità nel mondo degli squali nelle acque sudafricane. Lo squalo leuca, Carcharinus leucas, è uno tra i grandi predatori noto per le sortite nei fiumi e e nei laghi. Di dimensioni ragguardevoli, può superare agevolmente i 3 metri di lunghezza. Tra le pochissime specie considerate pericolose per l’uomo, ne fu segnalata la presenza anche nel Rio delle Amazzoni, ad oltre 3500 km dal mare.
Il Carcharias taurus, lo squalo toro, è stato anch’esso osservato mentre risaliva il corso dei fiumi: è un lamniforme come lo squalo bianco, predatore all’apice delle catene alimentari marine.
Come fanno a tollerare l’acqua dolce?
Squalo leuca e squalo toro possiedono meccanismi fisiologici che diminuiscono la concentrazione di sali nel sangue: in questo modo la risalita verso i fiumi è possibile in quanto il corpo riesce ad adattarsi al passaggio tra due ambienti estremamente differenti.